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Il Canzoniere | 77 |
XXI.
Riprende il motivo psicologico e perfino un verso, l’ultimo, del sonetto precedente; del quale è più agile e snello, specie nelle terzine.
Non vi sdegnate, Donna, se talvolta
Vi par ch’io passi a rimirarvi il segno,
Chè quando innanzi ai bei vostr’occhi io vegno,
M’è la ragion da lor per forza tolta. 4
E l’alma al vostro viso intenta e volta,
Fiso il contempla come suo sostegno,
E dentro al vago lume d’Amor pegno
Com’augelletto al vischio resta involta. 8
E sì m’abbaglia un vostro sguardo, o un riso,
Ch’ogni altra voglia mi si fa rubella;
Tant’è dolcezza in mezzo ’l vostro viso! 11
Indi vi cerco in questa parte e ’n quella
Che non posso da Voi mai star diviso;
Io perchè ingordo, e Voi perchè sì bella. 14
V. 1. Non vi sdegnate, cfr. v. 14, son. XIX.
V. 10. Rubella, ribelle mi sì fa ogni altro desiderio; non mi resta fedele che questo del rimirarvi.
V. 12. In questa parte e in quella, e cioè per ogni dove.
V. 14. Cfr. v. 14, son. XX.
XXII.
Dice la gran beltà degli occhi della Mencia: chi fosse in grado di celebrarli degnamente, farebbe lei e sè degno di immortal fama.
Foss’io bastante dir di voi, di quelle.
Di quelle vostre luci alme e cocenti,