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Il Canzoniere 303

«Degna di nota l’indicazione dei luoghi dove il Pescara mostrò nel fiorir degli anni il suo grande valore».


Intorn’a l’onorata, altiera tomba,
     Ove riposa il gran figliol di Marte
     Di lauri, e palme sian le frondi sparte
     4Nè mai vi cessi il suon d’orrenda tromba.
Poi vi s’intagli in diamante, ch’egli
     Il Rodano frenò, la Sesia et l’Oglio,
     Il Medoaco, il Reno et il Santerno;
     8Che nel fiorir de gli anni suoi l’orgoglio
Domò de gli nemici, e i capegli
     Cinse di lauro con onor eterno.
     11Dunque, signor, il fier dolor interno,
Che dal cuor manda a’ tuoi begli occhi il pianto
     Affrena, e mira ch’egli a Marte a canto
     14Vive nel ciel, e chiaro qui rimbomba.


V. 6. Il Rodano per le armi di Francia. Accenna poi a fiumi italiani, e quindi a località nostre, alla Sesia, e all’Oglio in alta Italia, affluenti del Po; al Reno, in cui sbocca il Santerno, che è nel Bolognese; al Medoaco, dal nome classico, sulla destra del Po.


X.

Sul medesimo argomento, ed edito pur esso dal Mandatari in l. cit., che annota: «Pare indirizzato al marchese Del Vasto. E sembra che il poeta non creda cagione della morte del Pescara le ferite riportate nella battaglia di Pavia ed i disagi della guerra contro la Francia». Si tratterebbe, cioè, dello stesso marchese Alfonso del Vasto a cui è rivolto il sonetto precedente; gentiluomo dedito all’esercizio delle armi e legato al Pescara da vincoli di parentela.


Tanti Trofei, et tante eccelse spoglie
     Di quanti carco si vedeva ogn’ora
     Il gran Marchese, che di vita fuora