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260 | Matteo Bandello |
CLXXXVIII.
Dopo le tre Canzoni degli Occhi, or ecco la Canzone della Mano. Il motivo, già più volte accennato — particolarmente in son. CLI — è qui ripreso e svolto compiutamente col consueto virtuosismo.
O bella man gentile
Che sovr’ogn’altra mano
Di beltà rara il pregio porti, e ’l vanto,
Come potrà ’l mio stile
5Umile, basso e piano
Appien lodarti con sonoro canto?
O cara mano quanto
Merti ch’io lodi e prezze
Quel vivo, bel colore
10Ch’al mondo mostra ’l fiore
Di tanti doti tue di tai bellezze
Che tu sei quella sola
Che l’alme ai corpi in un momento invola!
Tu sei quell’una, quella
15Man delicata e molle
Ch’hai d’avorio color e d’alabastro.
Tu sei la man sì bella
Cui sovr’il ciel estolle
L’alto favor del tuo superno mastro.
20O ciel benigno, ed astro
A me propizio sempre,
O forte mia ventura,
Lasso chi m’assicura
Che di dolcezze il cor non si distempre?
25E qual amante al mondo
Ha stato sì tranquillo e sì giocondo?