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208 Matteo Bandello


CXLVII.

In Francia, a Valchìusa. Pellegrino d'arte e d'amore nei luoghi ove fiorì l'amore e l'arte del maestro, ricerca e riconosce reverente e lieto le orme del suo Petrarca presso il Sorga. Le descrizione esatta dei luoghi — benchè tessuta di reminiscenze petrarchesce — è prova che veramente, come afferma nel verso 12, egli ha compiuto questa visita.


A questa d’ognintorno chiusa valle
     Parnaso un tempo al gran Poeta Tosco,
     Ov’ei bevette l’amoroso tòsco
     4Per cui scrivendo chiara fama dàlle;
A questo solitario ed erto calle,
     Ch’apre la strada di salir al bosco;
     Al vicin colle, u’ l’orme riconosco
     8Di lui che spesso v’affermò le spalle;
Al Re de’ fonti che dal vivo sasso
     Sorgendo se ne fugge, e tosto arriva
     11U’ maggior vaso accoglie le dolci acque;
I’ pur son giunto tormentato e lasso,
     E veggio la remota stanza e diva
     14Ch’al gran Petrarca sovra tutte piacque.


V. 1. D’ognintorno chiusa valle. Già il Petrarca, più armoniosamente: «In una valle chiusa d’ogni intorno», Canzoniere, CXVI, v. 9, parafrasi in rima del nome della valle stessa; cfr. ancora: «Se ’l sasso ond’è più chiusa questa valle | Di che ’l suo proprio nome si deriva», Canzoniere, CXVII, vv. 1-2.

V. 2. Parnaso un tempo, un dì, al Petrarca che chiama altrove «il mio gran Tosco», son. V, v. 14. Del Parnaso, monte sul quale era Delfo, ove sorgeva il tempio di Apollo, dà una descrizione il Petrarca nei vv. 1-2, son. CLXVI. Nella VII delle Epistulae sine titulo il poeta tocca del suo «Parnaso di Sorga». In un capitolo introduttivo del Trionfo della Morte si legge pure: «Ove Sorga e Durenza in maggior vaso | Congiungon le lor chiare e torbid’acque, | La mia Academia un tempo e ’l mio Par-