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Il Canzoniere | 159 |
CII.
Celebra il primo giorno del suo innamoramento, allorchè vide primieramente la Mencia tra l’erbe e i fiori e assistette ai portentosi effetti operati sulla natura dalla paradisiaca bellezza di lei. Quest’idea già abbiamo ritrovato e segnalato più volte, cfr. sonetto XLIX; e ballata XCVIII. Anche il ricordo della prima ora d’amore è già apparso, son. XCV, ma qui ha pieno, amplissimo sviluppo.
È la più lunga e, dal punto di vista biografico, la più importante delle Canzoni.
Se tu snodassi, Amore,
Alla mia lingua il nodo,
Come m’ingombri il cor di bei pensieri,
L’estremo e fier ardore
5Che m’arde senza modo
Non mi darìa martir sì crudi e fieri.
E tu come prima eri
Lodato ne saressi,
Che forse si vedrìa
10L’aspra nemica mia
Di tant’orgoglio subito spogliarsi,
E più benigna farsi,
Dolce ascoltando ciò ch’i’ le dicessi.
Ond’io andrei a volo
15Seco poggiando all’uno e all’altro polo.
Ma tu mi lasci sempre
Al cominciar senz’armi,
Nè del mio scorno par ch’unqua ti caglia.
E pur con varie tempre
20Non cessi d’invitarmi,
Ch’i’ canti come m’arde e ancor abbaglia.
Or lascia ch’io mi vaglia