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444 parte seconda

e spontaneo. Voleva ottenere il pieno possesso della scienza del Tao; e poi avrebbe abbandonato questo mondo.

Confucio andava sempre da Lao-tse, a consultarlo sul rituale. Avanti di quel tempo, avendo egli mandato un suo discepolo per nome Tse-kung a visitare il Filosofo, questi gli disse: — Il tuo maestro, che ha nome Khiu,1 sarà da me istruito, sol dopo tre anni, ch’egli mi abbia seguito come discepolo. E poichè Confucio fu andato appresso Lao-tse, questi un giorno si fece a dirgli: — Un buono e prudente mercante, che abbia pieno il fondaco di merci, per timore de’ ladri fingerà di non avervi la benchè minima cosa; nella stessa guisa il savio pieno di virtù e di sapienza, deve fingersi ignorante al pari della gente comune. Quale utile vuoi tu cavare dalla tua presunzione, da’ molti tuoi desiderii e dalle tue passioni?

Una volta Confucio stava leggendo; Lao-tse vedutolo gli domandò: Che libro leggi? — Lo Yi-king, rispose Confucio; anche i santi si dilettavano di tal lettura. — Disse Lao-tse: — I santi potevano leggerlo, chè essi lo intendevano; ma tu perchè lo leggi? sai dirmi che cosa v’è d’importante in quel libro? — Il suo contenuto, replica Confucio, si epiloga in due parole: carità e giustizia. — Vane parole senza costrutto, tornò a dire il maestro. Anc’oggi si fa gran pompa di carità e di giustizia, eppure si offendono di continuo gli affetti umani: e il disordine sociale non è stato mai tanto grande. Il cigno non è bianco, perchè si lavi ogni giorno; nè il corvo è nero, perchè ogni giorno si tinga. Eccelso è il cielo per sua natura; per sua natura la terra è pro-


  1. Khiu è il nome di Confucio; vedi pag. 303.