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406 parte seconda

pietre e l’uomo stesso, sono per lui curioso oggetto di meditazione. Il suo primo pensiero fu di trovar modo d’esprimere per simboli gli elementi principali di quel gran tutto, e dar loro ordinamento. Ora, mentre egli stava in quel proposito, vide uscir fuor dalle acque del fiume Ho un animale mostruoso, mezzo cavallo e mezzo drago, che aveva la pelle del dorso maculata in guisa singolare. Fu-hsi credè d’aver trovato quel che cercava; e pensando a quelle macchie strane, compose certe figure, che furono i famosi «Otto Kua»; co’ quali, dice pomposamente il testo, egli si propose di spiegare i misteri della Natura, e di classificare tutte le cose esistenti, secondo le loro qualità.1

Questi Kua, come abbiam già detto altrove, sono otto gruppi di tre linee rette, combinate diversamente. E gli elementi dei gruppi sono due, cioè una linea retta intera e continua, e un’altra retta spezzata nel mezzo. Col tempo vi ebbero tre sistemi d’interpretazione, e altrettanti modi d’accozzare insieme a due a due gli otto trigrammi fondamentali, per formare in tal guisa una serie di sessantaquattro figure, composte di sei linee ciascuna. Questi tre sistemi furono detti San-yi, ossia i «Tre yi»; e furono in uso successivamente durante le tre dinastie de’ Hsia, de’ Shang e de’ Ceu. Il primo si conobbe col nome di Lien-shan, che a dir d’alcuni è un epiteto dell’imperatore Shên-nung, e a dir d’altri, di Fu-hsi; il secondo si chiamò Kuei-thsang, che è forse un appellativo di Huang-ti; il terzo finalmente chiamossi Ceu-yi,2 ed è il solo de’ tre che sia giunto fino a’ nostri tempi, non conoscendosi oramai gli altri che di nome.


  1. Yi-king, Hsi-tse, ii, 2.
  2. Vedi a pag. 342.