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parte seconda | 397 |
logo de’ libri che si conoscevano, notò il nome di seicentoventiquattro autori, che avevano scritto più di undicimila capitoli intorno a materie diverse.1
Il terzo periodo è quello, in cui fiorì il Buddhismo. Tutte le menti sono occupate dalla nuova credenza, che veniva d’Occidente; i dotti cercano e studiano le scritture del Tripitaka; la metafisica buddhica ferma l’attenzione dei filosofi cinesi; l’astronomia, la mitologia, la grammatica indiana sono pure coltivate con amore, per potere intender bene i libri della religione di Çâkya. La letteratura buddhica prende insomma un posto importante nella cultura e nella civiltà cinese.
Con la dinastia di Thang (618-906 d. C.) cessò alquanto il fervore per la dottrina straniera di Çâkyamuni; e sorse un’èra propizia per gli studii delle belle lettere, e specialmente della poesia. La Cina non contò mai tanti poeti quanti allora, alcuni dei quali veramente eccellenti. Gli spiriti, stanchi dell’astruserie della metafisica indiana, e delle fantasticherie de’ seguaci di Lao-tse, si riposavano in que’ campi sereni; e nessun filosofo, tranne Han Wên-kung,2 venne col suo cipiglio a turbare la gio-
- ↑ Il sunto, che si reca qui sotto, di quest’opera bibliografica di Liu-Hsiang, condotta a termine dopo la morte di lui dal figliuolo Liu-Hsin, fa conoscere lo stato e la ricchezza della letteratura confuciana nell’ultimo secolo avanti l’èra nostra.
Opere intorno ai King e agli Shu, 3,213 cap. (phien) 103 autori » » alla Filosofia 2,705 » 137 » » » alla Poetica 1,318 » 106 » » » all’Arte militare 790 » 53 » » » alle Matematiche 2,528 » 190 » » » alla Medicina 865 » 36 » - ↑ Han-Yü Thui-cih soprannominato Cang-li, e più comunemente conosciuto col nome di Han Wên-kung, visse dal 768 all’824 e fu anch’egli poeta. Come filosofo, benchè ammiratore della dot-