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378 | parte seconda |
che di virtù congenite non fu mai dotata. Non è cosa al mondo che non cresca al suo vero essere, se sia convenientemente nutrita; non è cosa che non decada, se il suo proprio nutrimento le faccia difetto.
«Non vinti al platonismo di tali ragioni gli avversari opponevano i funesti effetti dei sentimenti, degli appetiti, delle passioni: e Menzio a mantenere che passione e sentimento, come da natura che sono, son buoni e benefici, son causa che l’uomo non cada in uno stato d’inedia morale, sono alimento alla fiamma della vita. Trasmoderebbero, se in balìa di sè stessi; ma natura provvide mettendone la mente al governo. Or questa bensì abbisogna di cultura, ma naturalmente n’è avida, e di per sè tende allo stato d’imperturbabilità.
«.... È noto che molti degli antichi, ed anche dei moderni filosofi consentono con Menzio che buona originalmente è la natura dell’uomo. Con Menzio sta Dante, il quale ancorchè non potesse avere dimenticato che nel settimo del Paradiso Beatrice gli avea detto, molto esser decaduta
Nostra natura, quando peccò tota |
nell’ottavo poi si fa dire e persuadere da re Carlo Martello, che
Sempre natura, se fortuna trova |
«.... Niun tèma o quesito attenente al diritto pubblico vi è trasandato. Il diritto di proprietà, la divisione de’ beni, la repartizione delle imposte, il diritto al lavoro,