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parte seconda | 309 |
corti, fu onorato secondo il suo merito; ma si accorse eziandio che principi, ministri, magistrati, eran lontani dal governare e amministrare con quella rettitudine, che egli avrebbe voluto. La virtù era, se vuolsi, apprezzata da quasi tutti in teoria, ma in pratica il vizio era sempre il preferito, e regnava nella corte come nella piazza. Dopo diverse vicende, che ebbe durante il viaggio, disingannato e scorato tornò in patria all’età di anni sessantotto. Non volle più immischiarsi in cose di governo, non volle ufficii di sorta; e attese soltanto a studiare gli antichi, le cui virtù disperava oramai di far rinascere. Fu in questo tempo e negli ultimi anni di sua vita, che egli s’applicò al Li-ki, corresse e ordinò le odi dello Shih-king, scrisse intorno all’Yi-king, continuò ad occuparsi di musica; e da ultimo compilò la storia del reame di Lu (479 av. C.): due anni dopo compiuto questo suo lavoro, morì in età di settantatrè anni (477 av. C.).1
§ 3. — La vita di questo savio, di cui può andare orgogliosa non solo la Cina, ma l’umanità, non presenta, come s’è veduto, nulla di straordinario. Se si eccettua quella parte data agli studii, il restò può essere la vita menata da qualsiasi onesto funzionario pubblico. Quel che reca maraviglia è appunto tanta semplicità: è la
- ↑ La tomba del Filosofo, conosciuta col nome di Hsüan-shêng mu «La tomba del Savio universale», è presso Kiu-fu, nella più volte nominata provincia di Shan-tung. La leggenda narra che l’imperatore Shih-Huang-ti (vedi più oltre a pag. 323 e seg.) avendo scoperchiata detta tomba, vi trovò dentro una memoria scritta che diceva: «Nelle generazioni future vi sarà un ribaldo, che si farà chiamare Primo imperatore supremo della stirpe dei Thsin (Thsin Shih-Huang-ti), il quale profanerà la mia casa, e metterà sossopra tutte le cose mie».