poi miseramente vinti quando sono assaliti con armi che essi non conoscono. L’animo loro è troppo semplice e ingenuo, troppo alto e nobile, per comprendere che siano e voglian dire la calunnia, la menzogna, il tradimento e il parlar finto e subdolo, e restano al di sotto come appena siano presi da queste arti perfide. Ecco, uno dei più noti esempi si è Otello, su le cui sventure la musa dello Shakespeare, del Rossini e del Verdi ci ha fatto lagrimare. Anche Otello sa vincere con armi leali e tocca però splendide mête; ma, alla prima parola subdola, perchè egli crede leali al par di lui quanti l’attorniano e circondano, s’abbandona quasi da sè stesso e di animo deliberato alla sua rovina. Allo stesso modo, nella più vasta leggenda epica che si conosca, l’epopea persiana di Firdusi, il Libro dei Re, Rustem e Siyâvish, vincitori di mille battaglie, vincitori di draghi e di fiere, beneficatori del loro re e della terra dove son nati, cadranno