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mente la chiesa di S. Salvadore al Monte che per la purezza delle sue linee e l’elegante semplicità della sua architettura, meritò che il divin Michelangiolo la chiamasse la sua Bella Villanella. Dietro a lei, illuminata dal raggio dorato del sole morente, ecco la marmorea facciata di di S. Miniato, la torre, il fortilizio ed i bastioni rovinosi che hanno visto trascorrer tanti anni e svolgersi tanti avvenimenti.

Il poggio della torre del Gallo, quello di Giramonte, i colli d’Arcetri e quello di Belvedere coll’antica fortezza chiudon da quel lato la vallata in mezzo alla quale si stende maestosa Firenze che va fino ai piedi de’ colli che da ogni lato la circondano.

A ponente, al di là della linea delle case, delle torri, delle cupole, si stendono le pianure di Legnaia, di Brozzi, di Sesto, di Prato, limitate dai monti di Malmantile, d’Artimino e dagli Appennini di Pistoia che si perdono fra la caligine serale che sorge col cader del sole.

Seguitando a percorrere in cerchio tutto questo panorama, ecco i monti della Val di Marina e poi monte Morello dalla vetta selvaggia, boschiva e spoglia di case. A misura che tu scendi verso la pianura tu vedi i fianchi del monte rivestirsi di vegetazione, qualche casa d’agricoltori, e più giù de’ villaggi come la Castellina e Rufignano. Più giù ancora il villaggio di Quinto che apparisce framezzo ad un boschetto, la villa reale della Petraia che fu già castello dei Brunelleschi6, Sesto, Castello, Quarto, Rifredi e gli altri villaggi e borghi nella pianura.

Più verso levante un seguito di colline, sulle quali sono la villa medicea di Careggi7, Montui, il borgo