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II

Toscana, avuto riguardo alle tre arti sorelle delle quali si reputo sempre l’avventurata restauratrice.

Difatti incominciando dalla Pittura, chi è che ignori avere il Fiorentino Cimabue ridonato a quella la vita, rimasta essendo per tanti secoli pressoché del tutto estinta, dopo la desolatrice invasione dei barbari settentrionali? Sebbene una tal gloria si sia tentato d’involare a Firenze da due toscane città Siena e Pisa; delle quali la prima oppone per autorità di tempo e di merito al Fiorentino artista il suo Guido, l’altra il suo Giudo. Comunque ciò sia egli è indubitato per altro che niun altra città d’Italia in quel tempo può contraporre alla nostra pittor di Giotto più eccellente. Ei fu che al dire dell’Alighieri ecclissò di Cimabue la gloria che pervenne secondo il Boccaccio ad ingannare la facoltà visiva degli uomini; che la dirizzò e condusse tant’oltre da lasciarsi dietro ad immensa distanza tutti quei che il precedettero.

Al genio però di Masaccio era riserbato il dare all’arte il più significante incremento. I di lui dipinti a fresco della Cappella brancacci nel Carmine sono veri esemplari, donde appresero a farsi immortali i primi italici pennelli, e che meritarongli dal Caro l'encomio di que’ noti versi.