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452 | Brani di vita |
classe è vivo tra i suoi sacerdoti ed il culto rende abbastanza. — Protesto però che non voglio dir male della scienza. Prima di tutto, benchè sia un po’ scismatico, specialmente per quel che riguarda la gerarchia, in fondo ci credo anch’io. Poi ci vorrebbe poco giudizio a prendersela con un ordine di persone così potente ed organizzato che a toccarne uno si toccano tutti. I membri del sodalizio si trattano spesso e volontieri di asini e di ciarlatani tra di loro, ma se l’assalto viene da chi non è ascritto al sacerdozio, si trovano subito uniti tutti come un sacerdote solo per punire l’impertinente. Rispettiamo dunque la scienza.
Anzi ammiriamone i risultati. L’antropologia criminale, una scienza quasi nuova, è arrivata a dedurre che gran parte, se non tutti, i birbanti sono tocchi nel cervello e che quindi sono in tutto o in parte irresponsabili. I psichiatri, che in lingua povera sono i medici dei matti, trovano ora che il genio e la follìa si danno la mano, che il poeta quando compone soggiace ad una iperemia del cervello, che Dante, Ariosto, Byron, Goethe e il resto erano mattoidi. La scienza ha dunque oramai trovato e provato che i soli veramente savi sono gli imbecilli. E a questa scoperta, che a dir vero era stata presentita da molti, mi sottoscrivo senza difficoltà.
La scienza, si sa, è diventata sperimentale. Osservati certi fenomeni naturali, li riproduce, quando può, coll’esperimento, li classifica e ne deduce leggi fisse. E questo va benissimo; ma nel lungo processo che passa tra l’osservazione del fenomeno e