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16 | Brani di vita |
che dovevo essere già innamorato, perchè, com’Ella sa, la gelosia vien dopo all’amore. Infatti, se Ella se ne ricorda.... ma lasciamo andare.
Ero proprio innamorato, benchè allora non sapessi che nome dare a questi miei nuovi sentimenti, e pensavo tutta la settimana al benedetto sabato in cui avrei visto, come direbbe il Metastasio, il caro oggetto. Cominciavo a lavorare di fantasia, a fabbricare castelli in aria, ultimi atti di commedie alla Scribe, allorchè m’avvidi che tra me ed il caro oggetto era prossima la separazione. I gelati e i racconti di fate stavano per finire, ed io ci pensavo con una amaritudine che ricordo benissimo, perchè anche questa l’ho provata altre volte. Non c’era che una via di salute, il ratto. L’ultima sera m’avvicinai al camino con un batticuore terribile, e senza guardarmi attorno, con la risoluzione cieca di chi giuoca tutto il suo sopra una carta, presi il ritratto e me lo cacciai in tasca. Fu proprio un ratto, perchè, come Ella vede, lo rubai.
Lo rubai. È una brutta parola ma è la verità, e sono persuaso che se il Rettore m’avesse guardato in faccia con attenzione, se ne sarebbe accorto. Certo mi pareva di avere il delitto scritto in fronte, e quel maledetto batticuore non voleva cessare: anzi mi assordava e mi pareva che tutti lo dovessero sentire. Stentai a finire il gelato, e solo quando uscimmo di camera mi parve di respirar libero. Tenevo la mano ostinatamente in tasca e, di quando in quando, accarezzavo il cartoncino colle dita come si accarezza una persona viva. Nel tempo dello studio, con mille