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Il Monte Santo di Dio 127

seguitò a sorridere ma non rispose, riprese con voce più alta: — Sissignore; dichiaro che l’Heinecken ha torto: torto marcio! — E volse dispettosamente le spalle al povero imperatore, incamminandosi al balcone.

Il libro che il bibliotecario aveva scaraventato giù dalla scaletta era appunto: Idea di una collezione di stampe, con una dissertazione sull’origine dell’incisione, stampato a Lipsia nel 1771 in ottavo. Ivi l’Heinecken osserva che il Tolomeo stampato a Roma nel 1478 non contenendo altro che carte geografiche incise in metallo e fuori del testo, il primo libro con rami inseriti è il Dante commentato dal Landino e stampato a Firenze da Nicolò di Lorenzo della Magna nel 1481 in folio. Gli esemplari di questo raro volume che si trovano ancora nelle nostre biblioteche hanno per lo più due sole incisioni ed un’altra ripetuta, rimanendo, in capo ad ogni canto, vuoto lo spazio delle incisioni assenti: ma la Vaticana deve averne un esemplare con una serie di 18 incisioni incollate al loro posto, ed il catalogo della biblioteca Marchi ne annunciò uno con 19 stampe; il che mostra come le incisioni fossero in gran parte eseguite se non inserite. Siano queste incisioni o no disegnate da Sandro Botticelli ed eseguite da Baccio Baldini (non pare verosimile che siano di Maso Finiguerra, come vorrebbe una nota manoscritta della biblioteca nazionale di Parigi), questo libro è creduto il primo che porti incisioni in metallo inserite nel testo, ed è appunto contro questa affermazione dell’Heinecken che il bibliotecario protestava.