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ORAZIO — «Oh! la menerebbe troppo per le lunghe la faccenda, la menerebbe.»

AMLETO — «Mainò, in fede mia, nè anco un iota; per me la vo’ seguire, salvo il debito rispetto e con isperanza di venirne a capo. Alessandro morì, Alessandro fu arso, Alessandro tornò in cenere, la cenere è terra; della terra abbiamo fatto argilla. Ora perchè l’argilla, in cui per ultimo fu trasformato, non ha potuto lutare un barlozzo di birra?»

Cesare che vivendo fu sì fiero,
     Morto una volta e ritornato in polvere
     Tapperà un buco donde soffia il vento.
     Oh! quella terra, che tremava il mondo,
     Ficcata nelle crepe avrà potenza
     Di fermare l’inverno a mezzo il muro.
     Ma silenzio! Silenzio!363.

Però con savio accorgimento temperando io il troppo di baldanza del primo simbolo e la soverchia tristezza del secondo, ecco come mezzo termine proposi il mito dell’Asino, che rode la corda a mano a mano, che Ocno la rintreccia364, e ne fui lodato; dacchè pensando l’uomo sopra cotesto simbolo e durando fatica a decifrarlo, decifrato che l’ebbe gli parve che il senso scoperto fosse sentenza sua, nel modo stesso che il padre Venturi per avere commentato la divina Commedia si tenne pari al Dante ed anco un tantinello di più.