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Natale, notte a tutti i fedeli gioconda, e per l’Oca nostra funesta, atroce, orribilissima notte! — Vi avverto di raccogliere le virtù vostre intorno al cuore, chè la pietà si acresce. Il buon priore scende da letto, si veste di tutto punto, camice, manopole, stola, pianeta addosso e berretto quadro con tre spicchi in capo478 e prima di recarsi in chiesa a celebrare lo incruento sacrificio, toltosi in collo l’Oca, la quale di nulla sospettava, con la destra ne avvinghia le zampe e con la manca le cinge il collo, adagiatala poi lungo la coscia manca e di uno strettone tirate le mani l’una verso il cielo l’altra verso lo inferno, la strangola per colpa di averla trovata troppo grassa. Ahi! prete traditore, se adipe era capitale delitto, da quanti anni mai avresti dovuto essere strangolato anco tu! — La mattina all’alba, quando l’Oca figliuola, levato il capo di sotto l’ala, contemplò lo spettacolo della madre priva del decoro delle piume appesa alla rastrelliera dei piatti, fu per cadere in deliquio, fu per gittarsi nel pozzo, fu per darsi di un coltello nel cuore, il capo nei muri, fu per mettersi in ginocchioni davanti al Gatto e dirgli:
«. . . . . . tu le insidiasti
Queste misere carni e tu le spoglia.»
Ma pensando poi che il Gatto non se lo sarebbe fatto dire due volte e sospettandolo