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patrizio, quando la vergine fiorentina (bada che parlo della Mula) cauta ed animosa si trasse in parte dove non poteva essere assalita che per di dietro, e quando si vide a tiro il Leone che si accostava sbadato facendosela in tasca, tale gli consegnò una coppia di calci nel regio muso che ce ne fu di avanzo per rimandare a casa senza denti il tagliacantoni, il quale aveva fatto disegno mangiarsela mezza a desinare e mezza a cena. A pensarci su, questa lezione meritava non il Leone che da alcune taccherelle in fuori nel sottosopra è bestia di garbo, bensì il marchese che non aborrì mandare la Mula al macello per superbia e per ira di non avere avuto animo o capacità di cavalcarla451.

Tacciommi di viltà, perchè menando Balaam il mago, uscito di strada mi sviassi pei campi, ma io avrei voluto mettere un po’ nei miei piedi Capaneo o Aiace Oileo o quale altro più audace degli eroi di Omero e stare a vedere che pesci pigliasse all’aspetto repentino di un Angiolo scarmigliato con la spada ignuda nelle mani, il quale gli sbarrasse il cammino e di avventarglisi agli occhi lo minacciasse452. Infatti la mala nota di codardia mosse da un pentolaio; un uomo avvezzo a mettere in isbaraglio la tifa se ne sarebbe astenuto, ed anche fu in grazia di piaggiare una femmina; per la quale cosa come partorita da mente zotica o ma-