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anzi li pregò a non tirarsi indietro dallo impegno e farlo scomparire sul più bello, ormai ch’era stata bandita la festa. E poichè gli parve il suo discorso non partorisse i frutti, che aveva ragione di aspettarsene, in parole succinte conchiuse: che se non si ammazzavano essi di amore, gli avrebbe fatti ammazzare egli per forza. I Gladiatori per paura di essere ammazzati si ammazzarono. Lo stesso dabbene imperatore le libidini della moglie dissimulava facile o perdonava, e Messalina ebbe a commettere troppo più grave peccato, che sposarsi ad altro marito, lui vivo, per ispingerlo fuori dei termini della sua naturale bontà ad ordinarne la morte: infatti tanto contrastava quel comando alla dabbenaggine sua, che, dato appena, lo dimenticò, e indi a breve giaciutosi a mensa mandava per essa, maravigliando della insolita tardanza. Messalina, è da credersi, sarebbe andata, ma la testa mozza le faceva impedimento175.
— Cotesta bontà, invece di giovare, nuoce come quella che non ha base o l’ha fallace, nè ci puoi fare capitale sopra, e quando meno tel pensi ti si sprofonda sotto. La bontà vera è qualità valorosa e consiste nell’atto del gagliardo volere, che tra il buono e il male elegge il bene, e questo con tutti i nervi prosegue. Di tale bontà ebbe difetto Pio IX; l’altra partorita da frivolezza di natura presto sbonzolò; poi aombrando per