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tura tutta carne, bestiale d’istinto, con la lascivia del Montone, e In fame del Lupo, ricercatore nell’arte della inverecondia e del nudo, non della grazia; lettore del Rabelais per succhiarne il sugo del cinismo e spuntarne la filosofia come scorza; in somma protettore dell’Aretino, spregiatore del Tasso330, arcifanfano come un Francese, bugiardo come un Ebreo, traditore come un Turco; aizza i Fiorentini a guerreggiare Carlo V e sottomano palleggia con lui; giura in fede di gentiluomo volere restarsi privo dei figli, innanzi che abbandonare gli alleati e già gli aveva derelitti segnando la infamia di Cambray; poi si fa ragione della ingiuria ed impedisce che i mercanti fiorentini stanziati a Lione co’ proprii denari sovvenissero le fortune pericolanti della patria: in fè di Dio, oh! va che hai fatto la tua a ritardare con le mammelle della tua moglie il suo viaggio all’inferno!»
Allora sentendomi a un punto trafitto e commosso risposi: — come può essere questo? Vedete i Francesi, che pure si vantano uomini maiuscoli nel mondo di qua e in quell’altro di là, nel 1856 gl’innalzarono una statua nella corte del Louvre e per di più equestre. Se fosse stato il tristo diavolo che dite, non doveva sembrare vero a costoro che l’oblio con un gran sorso di acqua di Lete ne avesse bevuta la memoria.
— Ahi! Asino cattivo, che ti fa ciò che