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salta su e fintosi Smerdi, regna sul trono di Ciro; di qui le sue disgrazie. Durante il giorno nascondeva il mancamento sotto le bende, ma la notte se le levava: vero è bene che prima di mettersi a letto e sfasciarsi spegneva il lume. La cosa camminava pe’ suoi piedi se la sultana non avesse avuto il capriccio di tastare, e la sultana che non doveva tastare, almeno in capo, si accorse una volta del fiero caso. Tacque la feroce, ma alla dimane, adunati i satrapi, gl’informò della soperchieria ed eglino vergognando meritamente di avere obbedito un re senza orecchie misero in tocchi il povero Mago327. Indi in poi i re non so nemmeno io che cosa avrebbero consentito a farsi tagliare, piuttosto che le orecchie. Come la croce era segno del cristiano, i nati di regia stirpe, quando non avevano di meglio, si scoprivano le orecchie per farsi conoscere e, quelle viste, gli uomini ad una voce gridavano: "non ci casca dubbio, egli è Re."

Dicono ancora che il barbiere del re Mida costretto con giuramento ad osservare il segreto su le orecchie di Asino cresciute al padrone non potendo tenere il cocomero in corpo, cavata in terra una buca, quivi si sfogasse: onde poi essendovi uscito sopra un canneto, le canne mosse dal vento susurrassero: — Il re Mida ha gli orecchi di Asino. —

Io dovrei serbare la lode di certo mira-