gola pagò una Triglia ottomila sesterzii che ragguagliano a tremila paoli fiorentini poco più poco meno, e tenuto conto della differenza sul valore della moneta, circa ventunmila paolo. Asinio Pollione, imperando Cesare Augusto, rifabbricò l’atrio del tempio della Libertà, e tu vedi se ai tempi di Augusto potesse torsi questa scesa di testa altri che un uomo battezzato a mio nome, perocchè tornasse proprio al chiudere della stalla dopo fuggiti i Bovi251. Asinio Gallo nipote di Pollione, congiurando contro la vita di Claudio, sperò, spento il tiranno, restituire ai Romani la Libertà. Zio e nipote repubblicani serotini non vollero andare capaci che, finito il vino, bisogna levare la frasca, e l’ultimo vino della Libertà Romana si erano bevuto Mario e Silla quando fra lo strepito delle armi soffocarono la voce delle leggi252. Asinio Epicade fece carte false per liberare Agrippa dal confino della Pianosa e ci si ruppe il collo, peggio per lui! o che credeva il grullo, che avessero a venire meno i padroni alla morte di Augusto? Contro la terribile fecondità della Tirannide non la sgarra nè anche la Morte, imperciocchè venuti meno all’astuto oppressore della Libertà romana e Lucio e Caio e Marcello ed Agrippa lasciò erede Tiberio253. Lo avrei dato per giunta al Diavolo di trovare peggio anche col microscopio del signor Amici, senatore in Toscana al tempo della Costituzione buon’ani-