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giolare: — va, fallo chetare, dice il barbiere al garzone, e quegli va; ma ell'erano novelle, e il cane guaiva più di prima. O che diacine ha egli stamattina! — esclama il barbiere in collera, e il pellegrino, sospirato prima: — ah! forse fanno al tuo cane la barba per amor di Dio. —
(236) Serie di vite e ritratti, stampata a Milano. Czerni nell'antichissima lingua dei Daci significava nero; ma è una delle poche parole superstiti di cotesto idioma: così ci afferma Quinet.
(237) HERTZEN, op cit.
(238) Plin, lib. 2. c. 70.
(239) St-Gervais, t. 4.
(240) F. 4, p. 140.
(241) Tosti, Vita di Bonifac. VIII, lib. I.
(242) L'Ane est donc un Ane. Buffon, Hist. natur., t. 6. p. 132.
(243) Veramente Omero non gli assomiglia ad Asini; bensì a Muli: tuttavolta il paragone sta in famiglia. Iliade 17. v. 940.
(244) Xihpilini Johannis, Excerpta Dionis Cassii in Nerone.
(245) St-gervais, t. 1.
(246) Pausania in Phoc., lib. 10.
(247) Plin., l. 34, c. 14.
(248) Plin., lib. 34, c. 18. Svetonio in Tiberio attesta i capi sostituiti chiamarsi esentili.
(249) E il giorno dopo a questa trasformazione ci si lesse uno scritto attaccato che diceva così:<
Fermati, passeggiero,
E mira il gran campione;
Il busto è di un eroe,
La testa di un. . . . . . . .
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(250) Gregor. Leti Vita di Sisto V.
(251) Serton., in Ottav. August., c. 29.
(252) Idem, in Claudio c. 13.
(253) Idem, in Ottav. Àugust., c. 19.
(254) Idem, in Claudio, c. 42.
(255) Spartianus, in Settim. Severo, c. 13.
(256) Sallust. nella Catilin. lo rammenta nei c. 14 e 17.