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conosciamo falso il proverbio, che la barba non fa il filosofo, e vera all’opposto la sentenza maligna di Lorenzo il Magnifico testè riportata, che con quattro braccia di panno rasato si fa un uomo dabbene.

I re della Guinea si astenevano religiosamente dalle carni del Leopardo per la ragione, ch’essendo in cotesta contrada tenuto il Pardo re delle Bestie, avrebbe recato malo esempio un sovrano che divorasse un suo simile, comecchè di specie un cotal poco diversa. Per la qual cosa, quando l’anima della czar Niccolò I, giunta nel luogo dove vanno le anime dei regnanti dopo morte, stese la mano per agguantare il premio destinato pel massimo sostenitore dell’autorità principesca dicendo: — io fui l’ausilio dei re, — il principe della Guinea si oppose favellando di forza: — adagio a prendere; se tu sovvenisti i re, io fui la provvidenza dei Gatti—pardi — e il premio andò diviso tra queste due colonne della regia legittimità.

Non vollero i moderni assumere per emblema di cavalleria Asino nè Cane, e nelle parti di Norvegia ai tempi di Osteno un Cane fu intronizzato e riverito re. Gli Etiopi e i Toembarii altri re che non fossero Cani scartarono come figure a bazzica, dichiarando che, esperienza fatta tra re uomini e re Cani, avevano trovato da preferirsi i Cani, prima perchè avevano quattro zampe, e poi perchè morti della loro pelle se ne faceva guanti245.