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meva egli mi confondessero con qualche i procuratore generale? Comunque sia, noi altri Asini fummo ab antiquo co’ vincoli di sangue congiunti ai Cavalli; i Muli informino.

La nuova schifilità degli uomini per la nostra razza muoveva a compassione e a dispetto se ponevasi mente, oltre le cose già sparsamente narrate, a Omero, cieco dabbene che non dubitò un momento di paragonare Merione e Menelao ad una coppia di Asini243.

Giacobbe, santissimo patriarca, dal capezzale della morte benedicendo i suoi figliuoli padri d’Israello, donde dovevano discendere i cristiani come le giunchiglie nascono dalle cipolle, forse augurava ai figli suoi che a Coccodrilli, a Ippopotami o a Rinoceronti rassomigliassero? No signore: noi lo abbiamo già visto: egli nella sua sapienza ispirata dall’alto paragonò Issacar a un Asino ossuto che giace fra due sbarre. Però, trovandomi io Asino a caso nel febbraio del 1856 a Firenze in piazza della Signoria, nel vedere da un lato tutto un popolo, così femmine sfacciate che uomini codardi, immerso fino alla gola in solazzi plebei e, nel considerare dall’altro come non fosse bastato a contenerlo nè l’amaritudine della perduta Libertà, nè la ignominia della dominazione straniera, nè l’angoscia del sangue sparso peggio che indarno su i campi