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uomini, i quali gli pagarono le sue lezioni in moneta di corda20. Laonde in quanto a me io non pretesi mai, che mi si avessero ad osservare le promesse di un Dio, massimo di un Dio fallito, ed esigliato da quell’Olimpo, ch’egli aveva come trapunto di tante liete e luminose novelle. Io non mi fondo pertanto sopra antichi privilegi, nè sopra vetuste pergamene, che il tarlo rode, e la umidità muffisce; lunge da me il vanto delle superbe fortune, decoro anche dei vili; veruna cosa addurrò in mia difesa, la quale come estranea alla mia natura cada in potestà della fortuna, epperò come labile e transitoria non vuolsi punto depositare nella bilancia. Favellerò di cose ben mie, ed alla natura mia intrinseche così che non mi possano essere tolte nè per malvagità di destino, nè per invidia degli uomini. Io non mi vanto di professare le dottrine degli storici, ma con lo aiuto di Dio, procuro di rasentarle quanto più posso21.