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le immagini in essi dipinte; così ecco ora prende a schierarmisi davanti la turba infinita dei ceffi moderatamente traditori, dei grugni legalmente feroci, e dei musi sacerdotalmente ignoranti, che tanta guerra mi fecero nel mondo, e lo sgomento mi assalse; la modesta vertigine, stretto in mano il mio cervello, lo scaraventò dentro un turbinio di code, e di berretti, di toghe, di pietroni, di orecchie marchionesche, baronali ed equestri, e di orecchie asinine; poi non vidi più nulla; al tempo stesso un irrequieto raglio e maligno, che chiamava da lunge mille miglia il pietrone alla coda, mi intronò le orecchie, e non intesi più nulla, ond’è che sopraffatto io venni meno,
«E caddi come corpo morto cade.»
Quando io mi ridestai rivolsi intorno gli occhi esterrefatti, e non vidi altro che Asini, immensa, prodigiosa, innumerabile quantità di Asini, che mi spinse alla bocca le parole di Dante:
.......... «io non credeva
Che morte tanti ne avesse disfatti!»