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semblea le votò grazie solenni, ed un municipio (sono pur cari talvolta questi benedetti municipii!) le mandò in dono una cassa di lardoni, perchè ungendosene gli incastri e le carrucole, si mantenesse sdrucciolevole ai servizi del pubblico113.

Il Signor Francesco Maria d’Arouet, o vogliamo dire Voltaire, il quale, nato francese e stato sempre tra Francesi ravvolto, di contraddizione se ne intendeva; il Voltaire, che sottoscrivendosi non preteriva di aggiungere alla firma: — gentiluomo ordinario del Re, — ed imposte le mani sul capo al nipote di Franklin, lo benediceva in nome di Dio e della Libertà; il Voltaire, che fabbricò chiese, assistè alla messa, si comunicava, e poi aizzando la canetteria dei filosofi contro la religione di Gesù Cristo; scriveva: — Venite, disperdiamo l’infame!114 — il Voltaire, sentenziando della umana contraddizione, dettò queste parole, che volte nel mio idioma materno suonano così: —

— Se qualche accademia di letterati si togliesse il carico di stampare il Dizionario delle contraddizioni umane, io mi obbligo fino da questo momento a prendere e pagare venti volumi in foglio.

— Il mondo vive di contraddizioni. Qual sarebbe l’espediente da praticarsi per cacciarle via come meritano? Forse radunare il genere umano in assemblea universale. Ma pensando di che panni veston gli uomini,