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incontro di più consonanti ecc. | 41 |
§ 8. m non può precedere altra consonante che le labiali p e b con cui serba stretta affinità. Non può seguire ad altre consonanti che ad l, r, s:
sm in mezzo di parola si trova quasi soltanto in voci greche. Spesso vi si interpose i. Donde le doppie forme fantásma e fantásima; battésmo poet. battésimo; cristianésmo poet. cristianésimo e simili; crísma e crèsima:
gm produsse, per lo più, l’assimilazione: da dògma, dòmma; da enígma, enímma. Nella forma antiquata auguménto dal lat. augmentum fu inserita un’u. La forma moderna è auménto, con perdita di g:
m fu premessa, per rinforzo, a b in imbriaco da ebriáco, ubriáco; in vámpa, da confrontarsi con vapóre.
§ 9. n può precedere tutte le consonanti, eccettuate le labiali p e b e le liquide l, r. Può seguire solo le consonanti r ed s; e di rado l:
n fu premessa, per rinforzo, a d come si vede in amendúe da ambedúe; in rèndita accanto a rèddito neologismo preso dal latino.
davanti a p e b si assimila, cambiandosi nella loro affine m. P. es. da in e possíbile, impossíbile e non inpossíbile; da in e bócca, imboccáre:
il gruppo gn che potrebbe scriversi ñ forma sempre un unico suono, come dicemmo nel cap. v, § 12.
il gruppo ng davanti ad i ed e talvolta si ammollisce in nj che si scrive e si pronunzia gn. Quindi le doppie forme spèngere, spègnere; piángere, piágnere, ecc.; Ángelo ed Ágnolo (invece di ágnelo); e molte altre.
§ 10. s può precedere tutte le consonanti, eccettuate h, j, z. Non può seguire alcuna consonante, eccettuate l, n, r:
s talvolta si prepose, per rinforzo, a parola cominciante da consonante: p. es. maníglia, smaníglia; biéco, sbiéco; piággia, spiággia; manía, smánia in altro senso:
parole incomincianti per s seguita da altra consonante (s impura) premisero per buon suono un’i. Quindi stáre, istáre; stimáre, istimáre; spésso, ispésso; stólto, istólto; stánza, istánza; speránza, isperánza, ecc. le quali forme allungate si trovano spesso negli antichi scrittori. Oggi quest’aggiunta dell’i resta come forma mobile quando la parola precedente finisca per consonante. P. es.
Non isperate mai veder lo cielo.