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xx prefazione

trica, e nell’ordine e disposizione della parte che concerne le flessioni ho sempre tenuto di mira, insieme colla comodità per chi impara, anche la naturale struttura delle forme. Insomma io, mantenendo quasi del tutto la terminologia ora in uso (senza discutere della sua intrinseca esattezza), e mantenendo pure in gran parte l’ordine seguito dagli altri grammatici,9 ho cercato che il presente Manuale, benchè non sempre fedele al linguaggio che usa la filologia, fosse, per quanto si poteva, sorretto da basi scientifiche, servisse ad iniziare a più elevati studii linguistici, e conciliasse la chiarezza colla facilità e colla semplicità. Al quale intento mi sono tornati di grande aiuto i preziosi consigli che, quante volte ne l’ho richiesto, mi ha suggeriti il prof. Napoleone Caix, con quella benignità e larghezza che il vero dotto usa verso chi, costretto ad un laborioso e minuto insegnamento, non può fare, come vorrebbe, studii profondi.

Debbo infine prevenire due obiezioni che potrebbero essermi fatte. Taluni disapproveranno che, in una grammatica dell’uso moderno, io abbia così spesso registrato forme poetiche e, non di rado, alcune pure delle plebee ed erronee, o antiquate. Mi spaccio subito di quest’ultime, facendo notare che i solecismi sono accennati per una buona ragione, cioè perchè si fuggano da chi li adopera parlando o sentendoli parlare ai Toscani