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prefazione xix

tiche comparate, per l’altra difettano di una cognizione sicura della viva lingua toscana.

Tali considerazioni mi mossero a tentare, restringendomi per ora alla parte etimologica, una nuova grammatica, della lingua italiana. Essa è intitolata Dell’uso moderno per indicare chiaramente che io mi restringo all’uso più comune dei colti scrittori e parlatori moderni, evitando, più che mi sia siato possibile, le dubbiezze, le incertezze, le ambiguità; nè però mi condanno a legittimare certe forme, parlate si da’ più, ma da quasi tutti gli scrittori fuggite, e che al gusto dei bene educati sanno di errore, ancorchè possano forse un giorno entrare risolutamente nella lingua letteraria; nè mi costringo in modo all’uso vivo, da rinunciare alla ragione ed alla convenienza e talvolta (debbo confessarlo) anche al mio proprio gusto.8 Non è il mio lavoro nè scientifico, nè empirico: non scientifico perchè credetti impossibile fare una grammatica italiana di tal natura, senza il confronto col latino, ed io ho supposto che chi studia questo Manuale non sia obbligato a conoscere quella lingua: neanche si può dire prettamente empirico, perchè, quanto mel permetteva il proposito di non uscire dal campo italiano, ho dato le ragioni linguistiche delle trasformazioni foniche, ampliato e rettificato le teorie sulla formazione e composizione delle parole, trattata con metodo più razionale la me-