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204 parte seconda — cap. xxvi

Gerundio.

Pres. essèndo lodáto, a, i, e.
Pass. essèndo státo, a, i, e, lodáto, a, i, e.


§ 6. Nei tempi che significano azione in atto (cioè in tutti quelli dove non è il part. stato) per far meglio vedere che l’azione si concepisce come tale, adoperasi spesso, invece di èssere, il verbo veníre che, in questo caso, diventa anch’esso ausiliare. P. es.:

vèngo lodáto, a, veniámo lodáti, e
veníva, ecc.
vénni, ecc.
verrò, ecc.

Ciò si fa specialmente coi verbi indicati qui sopra nella nota aggiunta al § 3.

Talora negli stessi tempi si usa come ausiliare anche il verbo andáre: vádo ammiráto, vádo celebráto. Da tale costrutto hanno origine le frasi va fátto, non andáva détto nel senso di si dève fáre, non si dovéva díre.

Talora fanno da ausiliarii i verbi restáre e rimanére, p. es. rèsto vínto, rimáse turbáto.


§ 7. Nelle terze persone sing. e plur. e nell’infinito participio e gerundio dei verbi transitivi, alla forma passiva si può sostituire la forma riflessiva colla particella si, in senso passivo; quando però dal contesto non nasca equivoco. P. es.:

si lòda = è lodáto, a
si lòdano = sóno lodáti, e
si lodávano, ecc.
si lodássero, ecc.
si sóno lodáti, ecc.