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172 parte seconda — cap. xxi

vale per la pronunzia a ,c palatale (vedi P. I, cap. v, § 2), si formano ío bácio, tu báci (e non bácii), égli bácia, nòi baciámo (e non baci-iamo), ío bacerèi (e non bacierèi), égli baciásse, ecc.


§ 3. Quando la flessione -áre sia preceduta da -chi-, -ghi-, -gli- (vedi Parte I, cap. v, § 2 e P. II, cap. iv, § 9), nel formare i tempi del verbo i si conserva dappertutto, fuorchè davanti ad altra i da cui cominci la flessione. P. es. da invecchiáre si formano ío invècchio, tu invècchi, nói invecchiámo (non invecchi-iamo), vói invecchiáte, invecchieréte, ecc.; da ragghiáre, ío rágghio, tu rágghi (non rágghi-i); égli rágghia, nói ragghierémo, ecc.: da spogliáre, ío spòglio, tu spògli, égli spòglia, nói spogliámo.


§ 4. Quando la medesima flessione -áre sia preceduta da j, questa si conserva dinanzi a vocale, togliendo via l’i della flessione, se vi si trovi a contatto; si vocalizza davanti a consonante. P. es. da ingojáre si formano ío ingójo, tu ingój, égli ingója, nói ingojámo, ecc., e nel congiuntivo ch’ío ingój, ecc. ché colóro ingóino: quando resta in fine di parola j si pronuncia come i, ma si pone nella scrittura per chiarezza (cfr. Parte II, cap. iv, § 9).

Se la stessa flessione -áre è preceduta da gn, questo gruppo non altera menomamente la seguente flessione. Quindi da regnáre si forma ío régno, tu régni, égli régna; nói regn-iámo (non regnámo), vói regn-áte, ecc. e nel congiunt. ché nói regn-iámo, ché vói regn-iáte, ecc.


§ 5. In ogni altro caso che la stessa flessione -áre sia preceduta da i, bisogna distinguere se tale i nella prima pers. pres. indicativo sia accentata, o se resti