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84 | parte seconda — cap. iv |
esattezza, di conservare l’i, benchè nella pronunzia non si faccia molto sentire (vedi Parte I, cap. v, § 2). P. es.
província | províncie |
bisáccia | bisáccie |
franchígia | franchígie |
règgia | règgie. |
In ogni caso è necessario conservare l’i, quando il plurale potesse scambiarsi con qualche altro nome. Quindi si scrive le ferócie, le sagácie, le contumácie per distinguerli più nettamente dagli aggettivi il feróce, il sagáce, il contumáce; e sarà bene scrivere le camície per evitare ogni possibile confusione con il cámice, indumento sacerdotale.
§ 4. La seconda classe o declinazione comprende tutti quei nomi che uscendo nel singolare in a, formano il plurale cangiando quell’a in i. Esempii:
pápa | pápi |
poèta | poèti |
sistèma | sistèmi |
artísta | artísti. |
§ 5. I nomi di questa declinazione sono maschili, derivano per lo più dal greco e terminano in ma o ta. I nomi di professione, come artísta, fiorísta, pianísta si possono attribuire anche a donna, nel qual caso divengono femminili e fanno il plurale in e, come nella prima declinazione: l’artísta, le artíste; la pianísta, le pianíste. Così pure fratricída, omicída, ecc.
Ála, áli (poet. ále) è femminile. Il nome il fantásma, plur. i fantásmi, possiede anche un’altra forma, che appartiene alla prima declinazione, ed è la fantásima, plur. le fantásime (vedi Parte I, cap. vi, § 8).