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78 | parte seconda — cap. ii |
§ 4. Si usa la prima forma (sing. il, plur. i) davanti a nome maschile che cominci per consonante, purché non da s impura, nè da z, nè da j. P. es. il páne, i páni; il brávo, i brávi; il clèro, i clèri.
Si usa la seconda forma (sing. lo, plur. gli) davanti a nome maschile che cominci per s impura o per z per j. P. es. lo stúdio, gli stúdii; lo scòglio, gli scògli; lo zúcchero, gli zúccheri; lo zèro, gli zèri; lo Jònico, gli Jònici. Si usa pure questa seconda forma davanti a nome maschile che cominci per vocale o dittongo, ma in tal caso si apostrofa lo in l’ davanti a tutti i nomi singolari, e gli in gl’ solo davanti a nomi plurali che comincino per i. Esempii: l’ángelo, gli ángeli; l’uòmo, gli uòmini; l’ingégno, gl’ingégni; l’intellètto, gl’intellètti.
§ 5. L’articolo gli si usa pure davanti al plurale del nome Dio. Esempii: gli Dèi, gli Dii poet.
Nel verso si può talvolta conservare l’uso antico di adoprare lo e gli (nella forma antiq. li) anche davanti a nome che cominci per consonante. P. es. lo valóre, lo desíre; li volúmi, li sággi.
Nel verso si può usare la forma il, i anche davanti a nome che cominci per z. Di rado in prosa.
Nel verso si trova usato l’art. i davanti al nome plur. Dèi ed a nomi comincianti per s impura. P. es. i Dèi, i stólti.
Quanto all’elisione inversa, vedi Parte I, cap. xi, § 9.
§ 6. L’articolo la, le si usa davanti a nomi femminili, tanto se cominciano per consonante, quanto per vocale o dittongo; ma in questo caso si apostrofa colle restrizioni indicate nella Parte I, cap. xi, § 3. Esempii: la dònna, le dònne; l’ánima, le ánime; l’èrba, l’èrbe; l’uova.
§ 7. L’articolo determinato si attacca regolarmente in fine ad alcune preposizioni monosillabe dalle quali