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Falloppa. (Farei volentieri un sonno). (fa mostra di aver sonno)
Bonfil. Ehi? (chiama Falloppa con forza)
Falloppa. Signore.
Bonfil. Va in traccia di Milord Artur. Digli che ho necessità di parlargli. S’egli vuole venir da me; o io deggio passar da lui; o dove vuole che ci troviamo.
Falloppa. Sì, signore.
Bonfil. Portami la risposta.
Falloppa. Scuà servita.
Bonfil. Fa’ presto. (con forza)
Falloppa. Subito.
Bonfil. (Con impeto) Spicciati, cammina, sollecita il passo.
Falloppa. Il lacchè, non l’ho fatto mai. (parte)
SCENA IV.1
Falloppa e detto.
Falloppa. Son qui. (mostrandosi un poco affannato)
Bonfil. E bene?
Falloppa. Lasciatemi respirare.
Bonfil. Da che procede questa tua agitazione?
Falloppa. Procede, perchè ho camminato.
Bonfil. Ritrovasti Milord Artur?
Falloppa. Sì, signore.
Bonfil. Che disse? Verrà da me? Deggio io andare da lui? Spicciati, che cosa ha detto?
Falloppa. Ma lasciatemi prender fiato.
Bonfil. Sono stanco.
Falloppa. Ed io son più stanco di voi.
Bonfil. Che sofferenza!
Falloppa. Bisogna compatirmi, signore; io sono avezzo a far tutte le mie cose adagio, e con flemma, e quando corro mi si scalda il sangue. Sono stato in tre lochi a cercare Milord Artur.