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E solo, del sinistro proponimento, rimasero gli ultimi guizzi, che come in tela fiamminga, dominata dal buio, vanno a percuotere d’una stanca fosforescenza i volti delle due fantastiche figure — il Werther e l’Ortis.
Per non parlare che dell’Autore del Werther, avete letto, o giovani, ciò che il Foscolo scriveva intorno a quel romanzo, che dovette gran parte della sua fama all’amore caldissimo e verace, inspirato dalle prepotenze napoleoniche e francesi, a favore della gran patria italiana? — Se l’aveste obliato, io ve lo ripongo sotto agli occhi. In una lettera, che nel 1813 egli mandava a una signora L..., così ragiona:
«Voi mi direte che io canto la palinodìa dell’Ortis, e che discordo poco sinceramente da’ miei principii. A ciò, in primo luogo, rispondo che s’io avessi potuto e saputo prevedere la profonda ferita che quel libro avrebbe aperta nel petto delle giovi-