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Qual meraviglia, adunque, se — contro alla commiserazione dei codici attuali, propizia al suicida — Iddio, nella sapientissima coerenza de’ suoi atti — reputasse meritevole di pena il temerario, che tenta eludere i disegni della sua giustizia?
O rosei giovani, che trascinati dalla prepotente violenza d’una passione — e sedotti dal luccicare infausto di brillanti sofismi — ribiascicate amaramente nell’animo l’idea della vostra distruzione, imitate Foscolo e Goethe, che in condizioni di spirito, non dissimili dalla vostra, ben meditarono entrambi il suicidio; ma no’l compirono, perchè, — avendo avuto la rassegnazione e la forza d’aspettare il balsamo alle loro piaghe... dal tempo — la passione, che pareva immortale, svampò a poco a poco, cedendo il luogo ai miti suggerimenti d’una ragione, riconciliata a Dio, ed alle indeclinabili necessità del proprio destino.