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cadenti foglie le facessero immondo e cupo il cortile, e gli alberi le insidiassero la luce del giorno, e le noci, una volta mature, avrebbero sedotto i ragazzi ad investirle co’ sassi. E tutte queste cose danno a’ nervi alla meschina e la disturbano, nelle sue profonde meditazioni intorno a Kennicott, a Semler, ed a Michaelis1, ch’ella presume di poter pe-

    il genio può bene in altri provocare l’invidia, ma non il ridicolo.» (Foscolo, Epistolario, vol. III, p. 98, ediz. Le Monnier.)

  1. Sono tre dottori di teologia. — Giovanni Davide Michaelis nacque a Halle nel 1717; fu professore all’Università di Gottinga, e morì il 22 agosto 1791, lasciando fama d’uomo integerrimo e dotto: accoppiava alle altre cognizioni quella delle lingue orientali, e furono esse che l’aiutarono a scrivere le sue opere intorno al Nuovo Testamento ed al Diritto Mosaico. — Beniamino Kennicott era inglese, nato nel 1718 a Toutness, Devonshire; morì professore di teologia ad Oxford nel 1783, e dopo aver pubblicati parecchi scritti sul Vecchio Testamento, di cui aveva raccolto gran numero di manoscritti e di le-