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EPIGRAMMA XX.

17 marzo 1795.

Molto oprar, poco dir, nulla vantarsi,
Base son di chi vuol libero farsi.
Ma i Galli, a cui ne’ piedi sta il cervello,
Tardetti al fare, e presti a insuperbirsi,
Fan base il capitello,
Paghi appien dell’osar liberi dirsi.

EPIGRAMMA XXI.

28 marzo 1795.

Farsi liberi i Galli, ell’è un’impresa
Cui solo un nostro antico Gallicismo
(Matricolato già per toscanismo)
Può scolpir, battezzandola: Mispresa.1

EPIGRAMMA XXII.

30 settembre 1795.

XVIII.         Di gloria un’ombra vana
In Roma è il solo affetto;
     Ma l’alma mia Romana,
Lode agli Dei, non è.


Metastasio, Attilio Regolo, Atto III, Sc. VIII.


Poichè ben bene consigliate s’ebbero
Le Italiche Frazioni,
L’armi, l’onor, la spesa a lor sì increbbero,
Che, da Cristiani buoni
A man giunte rivolti al Cielo gli occhi
Orarono;
E impetrarono,
Che omai da’ Galli si difenderebbero
(Cioè dai ladri eserciti pitocchi)
Con curve spalle e flessili ginocchi.



  1. Mispresa, da misprendere, voce antiquata, che significa far errore, ed è la pretta voce francese Méprise: e questa dicesi, che fosse inventata dai loro antichissimi Druidi, che in un certo Oracolo se ne servirono per definire misteriosamente la Dea, che avea propagata la specie umana nelle Gallie. Le Nazioni meno ingegnose la chiamarono Natura. I Druidi risposero dalla loro cortina, che la mamma dei Galli dovea chiamarsi Méprise.