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Ma v’ha un altro modo assai in uso di adoperare le due voci sopracitate, ed è quello d’indicare con esse que’ valenti ingegni, che fanno di pubblica ragione per via di scrittura o di stampa le opere loro. In questo caso si osserva da chi ha fior di parlare l’ avvertenza di riferire sempre il nome di scrittore alle qualità dello stile, e quello d’autore all’essenza della dottrina; quindi si chiamano più propriamente scrittori coloro, che trattano alcuna parte della letteratura, che non i matematici, i fisici, od i naturalisti, ai quali si conviene il titolo d'autori.

Tersi e forbiti scrittori sono il Boccaccio, il Casa, il Caro ec. ec.; e fra i viventi che più onorano la prosa italiana, Giulio Perticari, e Carlo Botta che io nomino a Cagion d’onore, ma non potrebbesi chiamar con questo nome un Galileo, un Lagrangia, un Mascagni, ed un Volta, autori d’opere immortali. Osservisi di più, che quando alcuni di questi scienziati congiungono alla dottrina le qualità del bello stile, allora solamente assumono il titolo di scrittori. E però l’autore della teorica della caduta dei gravi è scrittor esatto e severo, e l’autore del dialogo delle forze vive è scrittor nobilissimo.