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cepito la mente umana? Non fu la donna che ispirò tante divine creazioni artistiche? Quelle celesti creature che si chiamano Beatrice, Laura, Eleonora, Lucia, nacquero nella mente di Dante, del Petrarca, del Tasso e del Manzoni dalla vista di donne viventi, che colpirono la loro fantasia poetica.

Nè solo i poeti ha ispirato la donna col fascino della bellezza o della bontà: pittori e scultori l’hanno divinizzata, raffigurandola come vergine angelica, madre divina, sposa celeste, martire sublime, eroina dell’umanità, dea della giustizia, della carità, della fama, della gloria, ecc. Drammaturghi e tragediografi, analizzando le rare qualità dell’animo di lei, gentile e appassionato, hanno creato tipi ideali di donne, che, rappresentati con arte sulla scena, entusiasmano, rapiscono l’animo degli spettatori, come le protagoniste dei capolavori del Dumas, del Sardou, del Marenco, dell’Alfieri, ecc. La donna ha sempre ispirato le più sublimi creazioni artistiche.

Spesso l’opera della donna ha influito potentemente sulla vita e sugli ordinamenti dei popoli. Le donne sabine, intervenendo nella lotta fra i loro parenti e i Romani, la fecero cessare con le preghiere e riuscirono a far congiungere due popoli in uno solo. La virtù di Lucrezia, che si uccise per non sopravvivere al disonore dell’oltraggio fattole dal figlio di Tarquinio il Superbo, spinse il popolo romano a cacciare il tiranno. La grande Cornelia mostrò, col suo esempio, alle matrone romane che l’educazione dei figli pel bene