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la sola strada ferrata. Io dimorai colà tutto quel tempo che bastava per le disposizioni necessarie a riprendere il viaggio di ritorno sulla strada di ferro, giacchè quello soltanto era l’oggetto della mia gita.

Alle cinque pomeridiane io era già accovacciato nel mio wagon che dal numero penultimo era divenuto il secondo per la stazione che avea conservato nella stessa ruotaja. Al tocco della solita campanella i mille e ottanta miei compagni di viaggio, vennero, benchè un po’ a stento, in cerca del loro posto, giacchè tutti avevano voluto approfittare della mezz’ora di fermata per rosicchiare qualche osso dell’inevitabile gigot (coscia di pecora arrostita) che pei Francesi equivale all’indispensabile rost beef degli Inglesi. Dopo avere la campanella prolungato il suo suono per chiamare i ritardatarj, il macchinista ricevette il segnale della partenza e la macchina ricominciò la sua pena di Tantalo. Quel viaggio di ritorno fu assai più celere dell’andata, perchè la strada ha un leggiero pendìo e la si percorre non più in trenta ma in soli ventisette minuti.

Quando fummo presso a Parigi il giorno tramontava: tutti i wagon erano illuminati da fanali, e la macchina a vapore mandava dal suo fornello di fuoco una vampa rossastra su tutta la strada, mentre le scintille che uscivano dal tubo del fumo strisciavano l’aria di un igneo guizzo. Quel fuoco commisto al fumo che fuori sbucava da quel colosso di ferro, lo assomigliava ad un demone che seco strascinasse un convoglio di anime dannate. Oh! se Dante fosse vissuto nel secolo delle strade di ferro! Avrebbe lasciato quel suo lento portatore nelle ime bolgie dell’inferno, il gigante Gerione, per prendere in vece il gigante inventato da Wathe e Stephenson. E poi si dirà che il secolo delle strade ferrate, non potrebbe essere un secolo Dantesco!

In questo seminotturno viaggio non fui distratto dall’amenità del paese che a stento poteva scorgere fra il nebbiume della sera che lo involgeva: io non vidi più altro che la luce artificiale delle macchine e dei fanali dei wagon, che rischiaravano tratto tratto gli ottanta guardiani della strada che ritti in