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22 | del rinnovamento civile d’italia |
di questa luce discretiva massimamente le popolari persone sono orbate, perocché, occupate dal principio della loro vita ad alcuno mestiere, dirizzano si l’animo loro a quello per forza delle necessitá, che ad altro non intendono... Perché incontra che molte volte gridano: — Viva la lor morte — e — Muoia la lor vita, — purché alcuno cominci. E questo è pericolosissimo difetto nella loro cecitá. Onde Boezio giudica la popolare gloria vana, perché la vede sanza discrezione. Questi sono da chiamare pecore e non uomini; ché se una pecora si gittasse da una ripa di mille passi, tutte le altre le andrebbero dietro, e se una pecora per alcuna cagione al passare d’una strada salta, tutte le altre saltano eziandio, nulla veggendo da saltare. E i’ ne vidi giá molte in un pozzo saltare, per una che dentro vi saltò, forse credendo saltare uno muro, non ostante che il pastore, piangendo e gridando, colle braccia e col petto dinanzi si parava»6. E reca al dominio del volgo di alto e di basso affare le miserie dei tempi. «O generazione umana, quante tempeste, danni e ruine se’ costretta a patire, mentre che tu se’ fatta bestia di molti capi!»7; allusione al celebre detto di un antico. «Misera veramente e mal condotta plebe, da che tanto insolentemente oppressa, tanto vilmente signoreggiata e tanto crudelmente vessata sei da questi uomini nuovi, destruttori delle leggi antiche ed autori d’ingiustissime corruttele!»8. Frequenti sono le querele del Guicciardini contro i governi di «molti»9 e troppo «larghi», che annoverano e non pesano i pareri10; né per altro egli inclinò al governo regio, se non ché la repubblica fiorentina si reggeva piú a volgo che a popolo, conciossiaché non vi fosse «alcuno che avesse cura ferma delle cose», come quelle che si maneggiavano «piú con confusione che con consiglio»11. Nella rivoluzione francese del secolo scorso i piú audaci e rigidi popolani, come il Marat, il
- ↑ Isocr., Orat. areop. — «...sorte et urna mores non discerni» (Tac., Hist., iv. 7).
- ↑ Intorno alle due ragioni vedi Aristotile, Polit., viii, i, 7.
- ↑ Disp. sympos., viii, 2 (traduzione dell’Adriani).
- ↑ De mon., 2.
- ↑ «È manifesto quello che nella Politica di Aristotile si dice: che quegli uomini, che sopra gli altri hanno vigore d’intelletto, sono degli altri per natura signori» (ibid., i).
- ↑ Conv., i, ii.
- ↑ De mon., i.
- ↑ Epist., viii.
- ↑ Stor., v, 4.
- ↑ Ibid., ii, i.
- ↑ Ibid., v, 2, 3