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Pallavicino — non mutano l’esser loro per la credenza degli uomini» b). Né perciò vien meno l’immutabilitá del dogma; conciossiaché la linea che lo separa dall’opinione essendo impossibile a fermare con precisione affatto matematica, se ne dee inferire che, quando contrasta manifestamente a un vero di un altro genere, è opinione e non dogma. Del che potrei allegar molti esempi; ma ne accennerò un solo assai noto, cioè quello del sistema copernicano sentenziato da Roma per eretico sin che fu possibile il dubitarne ( 1 2 ). Ma quando i progressi dell’astronomia ebbero convertita l’ipotesi in teorema, anche i teologi le fecero buona accoglienza e andarono in traccia di un altro modo d’interpretazione per conciliarla coi libri sacri. Se Roma ai tempi di Galileo avesse bene studiate le ragioni, i processi e le scoperte dell’uomo sommo, ella non avrebbe condannato allora ciò che poscia dovette assolvere; tanto è pericolosa la precipitazione nel diffinire le cose divine quando non si ha piena contezza delle umane. Ora il simile accadrá a molte altre opinioni della teologia volgare, quando i maestri in divinitá saranno profondamente versati nelle varie discipline, sovrattutto per ciò che riguarda la critica e l’ermeneutica scritturale, giacché quelle che corrono per le scuole hanno d’uopo di essere riformate radicalmente.

(1) Trattalo dello stile, 27.

(2) Il padre Daniello Bartoli si può considerare nel testo infrascritto come il sincero interprete di Roma e di tutta la teologia del suo tempo. «Se testi delle divine Scritture si chiaramente espressi ricevono interpretazione contraddittoria e per ciò affatto distruttiva del detto, che riman piú di sicuro allo scritto verbo di Dio, tanto sol che interpretandolo gli si usi la metá della violenza che qui, dove si diffinitamente pronunzia? Se la terra, in guisa di turbine, senza mai cambiar luogo, tutta intorno a se medesima si convolge; o tanto lungi dal centro dell’universo s’aggira in un ampissimo cerchio e descrive, movendosi annovai mente, l’eclittica; perché, ragionandone Iddio, attribuisce al sole quel che è di lei? Chi vel costrinse? E perché non ne tacque, anzi che favellarne in maniera che, credendosi quel che suonano le sue parole, si creda tutto dissonante dal vero? O usa egli in ciò d’un altro vocabolario, incognito alla sua Chiesa, in cui * aggirarsi il sole ’ significhi * star fermo ’, * star ferma la terra ’ significhi ‘ aggirarsi ’?» (Della ricreazione del savio, 1, io). Teologicamente parlando, il discorso ha dello specioso, e tuttavia oggi si ha per sofistico, come quello che ripugna ad un altro vero piú certo e inconcusso di tale interpretazione. v E pur si muove».