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libro secondo - capitolo ottavo 139


antichi, i quali non separavano l’instituzione dell’arbitrio e del cuore da quella del conoscimento. L’animo solo può incarnare di fuori e perpetuare i nobili concetti dello spirito; e l’onnipotenza propria del pensiero deriva dal vigore della volontá, ch’è il principio immediato dell’operare. Fra le virtú proprie dell’etá vostra la modestia è la principale, come quella che è madre di tutte le altre. Laonde, se non si avessero ragioni intrinseche per riprovar certe sètte che menano gran romore ai di nostri, basterebbe a screditarle il vedere che esse instillano nei loro seguaci un’albagia e una tracotanza che sarebbero intollerabili nei provetti, ma negli uomini di prima barba muovono a stomaco e a riso. Dal contagio di tali esempi vi salverá il ricordare che il merito e la grandezza non si scompagnano dalla riserva e dalla verecondia, e che proprio degli uomini insigni è il sentire temperatamente di sé. Chi ebbe, per cagion di esempio, dottrina piú vasta e ingegno piú smisurato, alla nostra memoria, di Giacomo Leopardi? e chi potè pareggiarlo nella modestia e nel pudore?

Io vi ho spesso allegata l’autoritá di quest’uomo e quella di Pietro Giordani, non solo per accreditare colla loro parola quelle veritá in cui io son giudice poco o nulla competente, ma per invogliarvi alla loro imitazione; giacché non solo essi penetrarono piú addentro dei loro coetanei nelle ragioni intime delle nostre lettere e tennero il primo seggio come scrittori, ma per la squisita italianitá del sentire, il gusto delicatissimo, la sodezza e varietá degli studi, il culto sapiente degli antichi, la libertá dello spirito, la virilitá dell’ingegno, l’altezza dell’animo, l’amor della patria, mi paiono gli ultimi degl’italiani. Il Leopardi amava e venerava il Giordani come suo maestro anche prima di praticarlo: lo chiamava «il solo uomo che conoscesse»1, «degno di qual si sia stato il miglior secolo della gente umana»2, «misura e forma della sua vita»3; e niuno



  1. Epistolario, t. i, p. 333.
  2. Ibid., t. ii, p. 80
  3. Ibid., t. i, p. 230. Consulta ibid., pp. i4i, i44, 255.