Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/36

32 del rinnovamento civile d'italia


un errore avesse dovuto ricompensare un merito insigne, ci sarebbe stata ancor piú larga di aiuto?

Forse anco la guerra poteva evitarsi senza scapito della indipendenza, ché la Toscana pacificata facea inclinare a nostro favore le bilancie della mediazione e ci dava autoritá e credito nei prossimi colloqui di Brusselle. L’Austria, ridotta in breve a mal partito dagli ungheri, mal sicura di Lombardia, impotente a domar Venezia, dovea pensare piú alla pace che alla vittoria. Avea da fare con un nemico non piú abbattuto, scorato, sospetto ed inviso alle potenze, ma fornito di un esercito e di un governo, a cui la nuova e fortunata impresa restituiva gli antichi spiriti, procacciava la stima, la simpatia, la gratitudine delle nazioni piú illustri e riconciliava in un certo modo l’Austria medesima, costretta a celare l’antico odio dall’evidenza dei meriti e dal pudore. Ché se si dovea di nuovo por mano alle armi, «entrando in Toscana, avremmo presa una posta strategica di grandissimo rilievo, che ora è pronta e dischiusa al nemico. La pacificazione ottenuta pareggiava per l’effetto morale una battaglia vinta sulle squadre tedesche. Animati dal successo e dai plausi, i nostri soldati valicavano l’Appennino, piombavano sul Po inferiore; e mentre dall’altro lato l’esercito accorreva, assalivano il Tedesco, cui la nostra baldanza e l’impresa vinta avrebbero scemato il cuore e che ci sarebbe stato cortese di stima, dove ora ci vilipende»1. Cosicché si veniva da un lato a facilitare in un modo o in un altro l’acquisto dell’indipendenza, che era il fine principale ch’io mi proponeva, secondo che dissi in termini formali alla Camera2. Dall’altro si assicurava a tutta la penisola quel modo di libertá che nei termini di allora era solo possibile, si manteneva nelle sue varie provincie la



  1. Operette politiche, t. ii, p. 362.
  2. «L’affare, a cui avevo posto mano e che suscitò un disparere tra i miei colleghi e me, era un mezzo efficace per ottenere l’indipendenza, per vincere quella guerra che è lo scopo di tutti. Posso attestare, o signori, che se io non avessi avuto una persuasione profonda che un tale atto ci avrebbe agevolata la guerra dell’indipendenza e forse accelerata la vittoria, io non avrei mai preso tale deliberazione» (Documenti e schiarimenti, xiii).