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capitolo decimoquinto 151


effetto in Italia, perché divisa, debole, inferma e novissima alla vita civile.

Se non che l’esempio di Francia non ci sarebbe nociuto senza l’inveterata docilitá degl’italiani ad abbracciare e imitare fuor di ragione i dettati e i portamenti stranieri. Questo vezzo tolse il maneggio delle cose all’opinione pubblica e ai savi, conferendolo ai mediocri e ai faziosi; gli uni per difetto d’ingegno proprio, gli altri per interesse, per consorterie, per tirocinio inclinati a forestiereggiare. Costoro s’ impadronirono dei governi e dei principi e li resero piú o meno ministri e complici dei loro errori. L’opera delle sètte e dei particolari uomini fu simultanea o successiva, ma non mai spicciolata né fortuita, anzi unita e condotta da logica rigorosa e fatale, atteso che le sètte, per quanto sieno opposte, insieme s’intrecciano e Luna tira l’altra. I retrogradi ritardarono le riforme in Piemonte e piú ancora in Napoli, e furono i soli faziosi che entrassero in campo prima del moto francese. Questo col nome incantevole di «repubblica» diede forza e audacia ai puritani, che in Italia erano pochi e deboli ma abbondavano di fuori ; abilitò il Mazzini e i suoi seguaci a ripatriare e trapiantare la loro scuola nella penisola: il che fu una spezie d’invasione barbarica, per cui il lavoro degl’inquilini fu guasto dai fuorusciti. Gl’ illiberali, ridotti per se stessi all’impotenza, videro il partito inestimabile che poteano trarre dai puritani per ispingere le cose al peggio e necessitare in tal modo una riscossa conforme alle proprie mire; onde d’allora in poi presero a favorirli e fecero insieme una spezie di tacita comunella, che i puritani di buon grado accettarono, amando meglio in ogni caso darla vinta a quelli che ai moderati. E mentre da un lato stuzzicavano e alimentavano gli eccessi, dall’altro astutamente se ne valevano per mettere spavento ai principi e ritrarli dall’ incominciato; e in tal guisa ottennero di raffreddar Carlo Alberto e Leopoldo, sbigottir cogli scrupoli il pontefice e avvalorare il regresso napoletano. I municipali fecero per imperizia e grettezza (non però innocente) ciò che gl’ illiberali operarono per malizia, accrescendo vigore e riputazione ai puritani coll’astiare le idee patrie e nazionali, di cui questi