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capitolo decimoterzo 113


voi si verifica il divino pronostico fatto al primo dei vostri precessori: «In veritá, in veritá ti dico: quando eri giovane ti cingevi la veste e andavi dove ti pareva, ma quando sarai vecchio stenderai le tue mani e un altro ti cingerá e ti condurrá dove non vuoi»1. Per qual fato, beatissimo padre, voi vi levate i buoni e i valenti d’attorno e date solo accesso e fiducia ai dappochi e ai cattivi? fra i cardinali, fra i prelati, fra i laici lasciate gli ottimi, che pur vi sono, e scegliete i pessimi? Uomini chiari, prudenti, leali, che vi diedero tante prove di affetto e di devozione e posposero al vostro servigio la grazia popolare, il grado, la sicurezza, esulano dagli Stati vostri. E chi sono coloro che preferite? Arrossirei a nominarli, quando non si trova pure nei piú di loro quella pietá e costumatezza che nel concetto di certi spirituali può supplire alla sufficienza. Il cielo vi aveva messo innanzi un uomo in cui la virtú è pari alla dottrina e all’ingegno, uno di quei pochi che di rado si trovano nelle corti e nelle regge. Un altro pontefice gli avrebbe dato il primo luogo ne’ suoi consigli; e voi permettete che i suoi nemici lo strappino dal vostro seno e manomettano la sua persona, che falsi chierici lo spaccino per eretico e vili sgherri lo trattino da malfattore ! Il vostro servigio e le vostre camere, sicure ai tristi, sono infide e di periglio solo ai virtuosi. In ogni elezione particolare che fate (singolare infortunio!) vi appigliate al peggio. Per ministro assortite l’Antonelli, per alleato l’Austria, per rifugio Gaeta. Mentre togliete Ferrante Aporti alla chiesa di Genova, tutti sanno a cui sia permessa la balia dell’universale. Fra i chiostri prediligete i gesuiti, fra i principi accarezzate i nemici del nome italico. E mentre astiate in Carlo Alberto il campione dell’indipendenza e nel suo erede il mantenitore dello statuto, levate a cielo Ferdinando di Napoli e chiamate «piissimo» un principe ladro, spergiuro e tiranno. Che avrebbero detto i cristiani del primo secolo vedendo Pietro abbracciar Nerone?

Il male che il vostro regno fece all’Italia non ha piú rimedio: ma almen si salvi quella religione che siede in cima del




V. Gioberti, Del rinnovamento civile dell'Italia - ii.

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  1. Ioh., xxi, i8.